vergogna per chi si è reso protagonista e per chi non è intervenuto!
Riporto integralmente quanto letto casualmente in questo blog
http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html
Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago
Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.
Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:
• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”
Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.
Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.
Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.
Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.
Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.
Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.
Ho pianto. Dal dolore.
Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:
-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.
Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.
Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.
Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.
Firma.
Avevo già letto questa lettera, e come allora dico che non è possibile che esistano certe persone e che gli si dia da lavorare a contatto con dei bambini, e la ragazza, mandatela a raccolgiere pomodori.
RispondiEliminaMando un grande abbraccio alla mamma e la suo bimbo.
Forza fagliela pagare a quelle persone se così le vogliamo chiamare.
Ciao Mara da Parma
Mamma mia che vigliacchi. Adulti che se la prendono com bimbi (e donne, perché scommetto che se c'era li un papà alto 2 metri e tatuato il buon fotografo non avrebbe sbraitato tanto).
RispondiEliminaSpero che il bimbo diventi alto e forte, e quando incontrerà il fotografo vecchio e cadente lo scansi con una gomitata.
NOn è bello pensarlo, ma questo è il mondo che creano le persone così.
A tutti quelli che di norma si recano alla carrefour di Assago:
RispondiElimina"Se non date un segno tangibile della vostra indignazione per l'accaduto(lettere di proteste, boicottaggio) siete corresponsabili di ciò che si è verificato. Ma purtroppo il rimedio per estirpare atteggiamenti del genere da parte, tra l'altro, di persone che sono pagati per stare a contatto con le persone non c'è, anche perchè come diceva qualcuno "la mamma dei cretini è sempre incinta"
Saluti da Salvatore Kosta
L'avevo già letta e mi viene sempre da pensare quanto già ho commentato altrove... "per certe cose non ci vorrebbe una legge, basterebbe avere un cuore!"
RispondiEliminase non si ha cuore non c'è legge che tenga :(
Ciao..... cose del genere fanno male al cuore e all'animo umano ( ma quelle persone..se così le vogliamo chiamare x educazione, non hanno ne cuore e ne anima) devono pagare con l'umiliazione subita ............ ke venga sbandierato a tutti
RispondiEliminaperchè cose del genere non debbano più succedere.
si si ho messo anche il logo di solidarietà per barbara sul mio blog!!!!
RispondiEliminaMa è davvero successo questo episodio? Ci sono testimoni? Perdonatemi ma spesso girano su internet tante storie che puntualmente risultano false. lo so che Adriano ha valutato bene prima di pubblicare. Ci sono risposte dal supermercato? Anche io qualora ciò dovesse purtroppo corrispondere a realtà sono solidale con la sofferenza di questa madre e del piccolo bambino.
RispondiEliminaAnna Maria
Avevo scritto un commento, ma poi ci ho ripensato e ho cancellato... che senso avrebbe?
RispondiEliminaA una migliore occasione,
/Carlo
Ciao
RispondiEliminaprocedi penalmente richiedendo i danni morali - i soldi che ricavi li puoi sempre impegnare per la ricerca- ma il fatto che tu posso chiedere risarcimento metterà in condizioni il supermercato di prendere provvedimenti nei confronti delle persone che hanno causato la situazione.Ricordati che è responsabile il Carrefour quindi datti da fare magari con un testimone.
Esisistono associazioni che ti possono aiutare .
Ciao reagisci e una carezza al piccolo
Qualunque madre avrebbe reagito sul momento facendo valere le proprie sacrosante ragioni e dando una lezione a quei due pubblicamente,che il figlio fosse "diverso" o no!!Francamente non capisco!Mi sembra l'ennesimo episodio in cui si vuole speculare sulla presunta diversita' di un essere umano....
RispondiEliminaio sono d'accordo con Anna Maria. Secondo me questa storia è un pò inventata. Se fosse vera i TG o le cronache dei giornali ne avrebbero parlato. Cosa ne pensate? Fermatevi un attimo a ragionare dopo aver letto ed esservi giustamente indignati. Mi scuso anche io come Anna Maria per questo scettico commento, fermo restando che episodi così, quando avvengono, sono ignobili.
RispondiEliminaClaudia
:-( No comment
RispondiEliminaprima di manifestare dei dubbi, darei uno sguardo agli altri post sull'argomento, nel blog che ho linkato ;)
RispondiEliminaC'è anche un video su youtube.
RispondiEliminaVi metto l'indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=ClOPwks0BuU
Antonia, non sono d'accordo perdonami!
RispondiEliminaPremesso che sarei una di quelle madri che dici tu (per molto meno detti una manata ad un noto Professore di clinica...) non si può prevedere mai una propria reazione, figuriamoci quelle degli altri.
In un caso del genere entrano in gioco tanti di quei fattori che ti sconvolgono che potrei rimanere annichilita anche io senza proferir parola ;)
Solo per dire che il TG ne ha parlato e ha anche trasmesso un'intervista con il Direttore del Carrefour in questione.
RispondiEliminaIo non ho più seguito la storia, ma sicuramente questa mamma, che ha un suo blog, ha pubblicato il seguito.
Ciao
Caro Adriano,
RispondiEliminasiamo abituati a scrivere sul tuo blog di farine, W, glutine e pieghe. Ma non mancheremo di partecipare questa volta in cui la posta in gioco è sostenere il diritto all'eguaglianza di chi a volte, ad uno sguardo superficiale potrebbe non sembrare "uguale" agli altri.
Caro Adriano, grazie anche per questa pagina.
Non ho parole, sono taboccante di indignazione per un comportamento che sarebbe inqualificabile, da parte di adulti, nei confronti di qualsiasi bambino. Mi dispiace tanto che possano succedere queste cose.
RispondiEliminaPremesso che ogni bambino al mondo ha il sacrosanto diritto di non essere maltrattato,non capisco perche' l'episodio sia diventato pubblico:troppo spesso oggi si tende a voler finire davanti alle telecamere!E una madre che parla del figlio in quel modo (non neurotipico)a me da' i brividi!Suo figlio ha senz'altro un problema ma lei forse ne ha qualcun altro ben piu' serio!
RispondiEliminaIl commento di cui sopra e' il mio (Antonia) e mi scuso con Adriano per aver commentato senza chiedergli il permesso via e mail.
RispondiEliminaCara Antonia, la cattiveria del tuo giudizio mi sconvolge, specialmente la tua ultima frase.
RispondiEliminaNon pensi che chi si ritiene responsabile di un'azione cosi' spregevole, come quel fotografo, debba essere in qualche modo "punito", o che perlomeno non debba farla franca?
Non pensi che lasciando correre, come troppo spesso noi tutti facciamo, contribuiamo a far si' che un altro bimbo, prima o poi, venga trattato in quel modo?
Non pensi che magari e' anche dura tirare fuori gli artigli, che magari e' piu' facile correre a casa a piangere, ma che certe cose sono anche un dovere nei confronti dei nostri figli e della societa'?
E infine: pensi che chiamare un disturbo con il proprio nome sia sbagliato? Non pensi che magari serve a dare una connotazione precisa all'accaduto? Chiamare le cose brutte con nomi piu' amichevoli non le fa essere meno dolorose, purtroppo.
Buona giornata
Daniela
Aggiungo una cosa, perche' forse non e' ben chiaro cosa volevo dire: il Carrefour, secondo te, avrebbe intrapreso le azioni che ha intrapreso dopo l'accaduto, se non ci fosse stato tutto il tam tam su internet e un servizio al tg, con il rischio di vedere compromesso il loro marchio? Secondo me no.
RispondiEliminaCiao Adriano, ho letto quanto scrivi, e credimi mi sono sentita
RispondiEliminamale, la tua indignazione io purtroppo come Barbara la vivo spesso. Sono nonna di uno spledido
bambino con una grave disabilità
cognitiva, e spesso mi capita di incontrare persone adulte totalmente indifferenti verso mio nipote per non dire infastiditi,e purtroppo lui questo lo avverte,ed io in questi momenti non riesco a reggere il suo sguardo, perchè come alcuni pensano non è stupido!!! un abbraccio a tutti.
Dimenticavo! Adriano, mio nipote adora la tua pizza.
simo, la pizza glie la farei volentieri io. Un bacione.
RispondiEliminaGrazie Adriano, la ricetta è tua,in fondo è come se fossi tu a fargliela.un abbraccio
RispondiEliminaCiao...strano trovare in blog di cucina questo ...
RispondiEliminaMi sono salite le lacrime agli occhi...forse perche' abito sopra due bambine tetraplegiche....forse perche' mi occupo di una bambina dislessica...
Forse perche'di fronte a tanta incivilta' e cattiveria...non c'e' prorpio nulla da dire...
Credo di essere stata fraintesa!Io so che cosa significa avere in famiglia un bambino con prolemi,ne' ritengo inutile la denuncia:dico solo per esperienza DIRETTA che talvolta le persone hanno delle aspettative che non c'entrano nulla con quanto e' accaduto!Non sto condannando nessuno, anzi dopo aver visto il video sono ancora piu' convinta che quella signora vada aiutata!
RispondiEliminaIl commento di sopra e' di Antonia,non so perche' esce sempre come anonimo...
RispondiEliminaCerte cose non dovrebbero succedere nemmeno con bambini che non debbono patire alcuna forma di svantaggioe figuriamoci se puo' essere ammisibile con uno autistico
RispondiEliminaSe mi amadre mi avesse sentito dare dello scemo ad un altro bambino in difficolta', di me si sarebbe sentito parlare sui giornali per i ceffoni che avrei preso (meritatamente)
Qui invece si tende a premiare il furbetto, il piccolo ganassa
Tanti auguri a quella mamma e a quel bimbo. Mi auguro anche io che intenti causa alla Carrefour e che riesca ad essere risarcita come merita il suo piccolo bimbo
Io sono indignata per quanto letto, e mi riferisco sia all'accaduto che ai commenti di alcune persone, come Antonia. Sono una psicologa e lavoro ogni giorno con bambini e famiglie con problemi del genere.E' duro lavorare con chi soffre ma è ancora più duro lavorare con chi è inorridita da parole come "non neurotipico"! chi ha a che fare con sindromi e malattie purtoppo spesso usa termini tecnici che sono costretti ad imparare per capire e conoscere meglio ciò che li colpisce. Purtroppo questo insieme alla paralisi da panico (sta succedendo proprio a me?non ci credo!")sono reazioni possibili e biasimarle solo perchè non corrispondono a come uno crede che reagirebbe o a come fa la maggior parte delle persone aumenta solo l'ignoranza e l'egoismo che caratterizza la nostra società.
RispondiEliminaGrazie Adriano per averne parlato cose del genere non devono essere nascoste. giusyna
Dire vergogna non basta. Preferirei fare qualche cosa di più direttamente con la mamma in questione. per ragioni di tempo chiedo mi venga segnalato il suo blog. Grazie
RispondiEliminaSono capitato per caso sul tuo blog, girovagando tra i vari di cucina..
RispondiEliminaho visto la lettera della signora Barbara ed ho iniziato a leggere..
più leggevo..più saliva la rabbia, l'indignazione e l'impotenza.
Non riesco neanche a immaginare il dolore, la rabbia e l'impotenza vissute da questa mamma e dal suo bimbo, per quanto possa contare le sono vicino.
Solo disprezzo per "uomini" del genere.
gli imbecilli ci sono sempre!!!
RispondiEliminadi solito non mi esprimo così, ma come mamma pure io sono indignata e queste persone tirano fuori il peggio di me! hai tutto la mia soliarietà.
PANPANPI blog.libero.it/scrapmania
Quelle espressioni farisee, quei commenti urlati nel silenzio delle loro piccole anime vuote, quella totale inumanita'comunicata con la brutalita'della assenza del concetto dello "altro". Tutta la diversita' che non riconosce e che non puo'essere ricondotta alle loro piccole vite insignificanti genera quella sfacciata ed immotivata arroganza della mediocrita' che ferisce, ridicolizza e mortifica. La "gente" sembra essere una malattia endemica che depersonalizza, priva dei sentimenti e rende sterili. Si diventa ottusi indeefiniti, inariditi e chiud nel piccolo ed insignificante quotidiano..mentre le persone si stringono anke di piu'di fronte all'oltraggio dell'assurdo e condividono il dolore con senso di responsabilita'.
RispondiEliminaChe il mio pensiero tenero e solidale arrivi al pikkolo ed alla sua grande mamma.
Indignarci non basta più. Bisogna imparare a convivere con la diversità ed immaginarci ogni giorno di vivere con in casa un diversamente abile. Allora si che nel mondo ci sarebbe più uguaglianza! Educatrice professionale.
RispondiEliminaho letto tra le lacrime questo articolo e non posso credere a ciò che ho letto,non perchè non creda alle parole della donna ma perchè non posso credere che esistano persone tanto piccole, meschine e viscide,un bambino autistico ha già grandi difficoltà a rapportarsi con il mondo esterno e un fatto del genere lo può segnare a vita, io sono di Ancona ma per solidarietà non andrò più a comperare al Carrefour.
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